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Insetti commestibili: proteine di un futuro non troppo lontano

di dott.ssa Eleonora Policicchio

Gli insetti commestibili potrebbero presto far parte della nostra quotidiana alimentazione. Un rapporto di 173 pagine del 2013 stilato della FAO (Food and Agricolture Organization of The United Nations) tratta dettagliatamente i cosiddetti insetti commestibili, cioè mangiabili dall’uomo. Lo scopo di questo lavoro è quello di sensibilizzare le popolazioni occidentali al consumo di insetti come grande risorsa alimentare, non solo per gli esseri umani ma anche come mangime per gli animali.

Il consumo alimentare di insetti commestibili si identifica in un regime dietetico che porta il nome di Entomofagia.

Il rapporto della FAO si rivolge a tutte le categorie:

  • Consumatori che saranno poi quelli che effettivamente si ciberanno degli insetti;
  • Politici che dovranno occuparsi delle varie policy legate al consumo di insetti commestibili;
  • Addetti del settore: biologi e medici incaricati di divulgare e di chiarire i benefici delle proteine ottenute dal consumo degli insetti.

3 buone ragioni per mangiare gli insetti


1) Per il nostro BENESSERE e la nostra SALUTE:

  • Gli insetti sono alternative sane e nutrienti alle classiche proteine animali come il pollo, il maiale, il manzo o il pesce;
  • Sono ricchi di proteine, grassi buoni e minerali: calcio ferro e zinco;
  • Gli insetti già formano una parte tradizionale di molte diete regionali e nazionali nel mondo;

2) Per tutelare l’AMBIENTE:

  • Gli allevamenti di insetti emettono inferiori quantità di gas serra rispetto agli allevamenti di bestiame;
  • L'allevamento di insetti non è necessariamente un'attività a terra e non richiede la pulizia del terreno per ampliare la produzione. Il requisito principale è Il mangime;
  • Gli insetti possono essere alimentati sui flussi di rifiuti organici;
  • Un buon allevamento non ha bisogno di grandi spazi, perchè possono essere allevati in verticale. Un allevamento può occupare anche solo 18 metri quadri, contro i 160 di un allevamento di bestiame;
  • Sono organismi a sangue freddo quindi hanno bisogno di poca energia per mantenere la temperatura corporea, così la sintesi di proteine è più veloce e necessitano di meno nutrienti (per esempio ai grilli servono 2 Kg di cibo per produrre 1 Kg di carne, ai bovini servono 8 Kg di cibo per produrre la stessa quantità di carne);

3) Mezzi di SUSSISTENZA (fattori economici e sociali):

  • Con un piccolo investimento low-tech si offre l’ingresso in società anche alle sezioni più povere, alle donne e a chi non possiede terra. Si ha la possibilità di creare una nuova industria con bassa necessità di capitale;
  • Si crea un'opportunità di lavoro in ambienti urbani;
  • Un allevamento può essere low-tech o molto sofisticato a seconda dell’investimento;

Dove gli insetti si mangiano da sempre


L'insetto più mangiato al mondo è lo scarafaggio ma sono circa 1900 le specie commestibili. Attualmente sono 2 miliardi le persone che mangiano insetti come alimento comune della loro dieta. I paesi interessati sono l'Africa, l'Asia e l'America (del Sud).


Un famoso studio di Takeda e Sato del 1993 (2) descrive il consumo di insetti nella tribù Ngandu nel Congo e spiega come la stagione delle piogge scandisce il consumo alimentare degli insetti. A Kinshasa è stato stimato un consumo di insetti pari a 300 g procapite a settimana. Nelle stagioni fluviali l'apporto proteico delle popolazioni africane viene garantito dal consumo di scarafaggi. Ciò è dovuto anche al fatto che questo alimento soddisfa il fabbisogno in maniera molto economica.

L'Asia rispetto ai paesi africani ha un tenore di vita più elevato, questo la porta ad avere specie di insetti commestibili più pregiate tra cui il Punteruolo Rosso (Rhynchophorus ferrugineus). In Asia vengono consumati molti insetti d'acqua perchè essendo disponibili tutto l'anno non subiscono condizionamenti stagionali. Alcuni studi dimostrano come gli schemi migratori delle popolazioni asiatiche siano state influenzate dai flussi migratori degli insetti.

In America del Sud il primo paese per consumo di scarafaggi è il Messico. Subito dopo viene l'Ecuador, la regione di Joïti in Amazzonia e il Venezuela.

Nei tropici si mangiano più insetti che nelle aree temperate per tre motivi:

  1. sono più grandi ed è più facile allevarli;
  2. sono in colonia ed è più semplice raccoglierli;
  3. molti insetti sono commestibili tutto l’anno invece nelle zone temperate in alcuni periodi dell'anno gli insetti sono in letargo;

Alcune Curiosità sugli insetti commestibili

Perchè in Occidente non mangiamo insetti?

- Identificazione del DISGUSTO
Le popolazioni colonialiste non si adattavano alle tribù che conquistavano, imponendo la loro visione del mondo. Studi sociologici e storici parlano di disgusto delle popolazioni colonialiste anche verso le usanze delle tribù conquistate. Nei secoli c'è stata una radicazione delle convinzioni difficile da cambiare;

- MINACCIA
Il consumo di insetti rappresentava una minaccia per la pastorizia e l'agricoltura sedentaria degli Stati Uniti e dell'Europa.

- MICRONATURA
L’urbanesimo ha distaccato le società dalla micronatura. Portando a un'industrializzazione dei prodotti su larga scala.

Conclusioni

Le proiezioni ci dicono che tra 50 anni saremo in 9 miliardi di persone, 9 miliardi di persone da sfamare.
Oggi il 70% dei territori del nostro pianeta sono adibiti al cibo, per agricoltura e allevamento. Il 30% sono ancora disponibili, sono o fertili o utilizzabili. Per il 2050 è previsto il raddoppio del consumo di cibo. Servirà un altro 70% di territorio disponibile che non c’è, sarà quindi necessario trovare nuove soluzioni. Le biomasse, lo spazio e la disponibilità di acqua e cibo saranno un problema tra 50 anni.

Gli insetti commestibili dal 2010 hanno un portale gestito dalla FAO dove è possibile trovare informazioni, video, immagini e tutto quello che c’è da sapere sugli insetti commestibili.



BIBLIOGRAFIA

  1. FAO Edible insects, future prospective for food and feed security (2013).
  2. Takeda, J. and Sato, H. 1993. Multiple subsistence strategies and protein resources of horticulturists in the Zaire basin: the Nganda and the Boyela. In C.M. Hladik, A. Hladik, O.F. Linares, H. Pagezy, A. Semple & M. Hadley, eds. Tropical forests, people and food: biocultural interactions and applications to development. Man and the Biosphere Series, 13. Paris, United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization.

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